In base alla legge n. 257 del 12 marzo 1992, l’uso dell’amianto (anche conosciuto come cemento-amianto, ovvero l’Eternit) è vietato per legge: questa sostanza, fino a pochi anni fa molto utilizzata per le sue caratteristiche isolanti e di resistenza al calore, è fortemente cancerogena, in particolare quando è contenuta in materiali friabili e può trasformarsi rapidamente in polvere nociva.
Purtroppo, lo smaltimento dell’amianto non è un’operazione semplice, come testimonia il numero di edifici che ancora hanno al loro interno coperture realizzate con questo materiale: spostarlo senza le dovute precauzioni, infatti, può causare il danneggiamento dell’Eternit e quindi mettere in circolo le temute polveri, con dispersione di fibre che possono causare tumori alla pleura e carcinomi.
Di norma non c’è un vero e proprio obbligo per la bonifica dell’amianto, a meno che questo non sia friabile a causa dell’azione delle intemperie o per l’usura dovuta al passare del tempo; in questo caso, il proprietario dell’immobile o l’amministratore del condominio deve avvertire l’ASL, che a quel punto imporrà la bonifica con le metodologie più adatte per l’occasione.
In genere la bonifica dell’amianto può avvenire tramite rimozione (la modalità più rischiosa ma più efficace, perché permette di eliminare materialmente la fonte di rischio), incapsulamento (con l’uso di prodotti penetranti e ricoprenti) o confinamento (tramite l’installazione di barriere per isolare l’inquinante dall'ambiente).
Le operazioni di bonifica dell’amianto devono essere affidate – nel caso in cui il quantitativo di materiale da rimuovere sia superiore ai 900 kg – ad aziende regolarmente iscritte all'Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti, come stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 11128/2015. Non mancano detrazioni e incentivi stabiliti dallo Stato e a livello locale per incoraggiare lo smaltimento nel modo corretto di questo pericoloso materiale: il modo migliore per conoscere le diverse possibilità è contattare la Regione o ancora meglio telefonare direttamente a una delle ditte che, come la ECOM Servizi Ambientali, si occupano dello smaltimento secondo la norma di legge.
Una volta rimosso, l’amianto viene di norma dapprima conferito a una discarica autorizzata a ricevere tali materiali già inertizzati e confezionati, la quale si occuperà poi di spedire il materiale a una seconda discarica per il definitivo sotterramento, esclusivamente in siti autorizzati: è infatti impossibile, per la sua pericolosità, recuperare o riciclare l’amianto in alcun modo.
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