Le attività
di costruzione e demolizione sviluppano sempre una notevole quantità di inerti
di ogni tipo, che necessitano di un corretto smaltimento secondo le normative
vigenti. Dalle macerie edilizie ai residui di lavorazione della pietra,
infatti, è necessario non soltanto impedire che i rifiuti danneggino
l’ambiente, ma anche favorirne il recupero. Utilizzare gli scarti da cantiere
(ad esempio per riempimenti e sottofondi) è pertanto una soluzione ecologica ed
economica, grazie al supporto di veri professionisti nello smaltimento degli inerti, come Ecom a Lecce.
L'errato smaltimento degli inerti derivanti dalle lavorazioni in cantiere
in Italia è un reato perseguibile penalmente, quindi è illegale gettare i
residui di una lavorazione o di una demolizione in una discarica non
autorizzata o addirittura nei cassonetti pubblici.
Se per un quantitativo limitato di inerti si può fare affidamento sulle Isole Ecologiche, se predisposte dal Comune, negli altri casi è necessario affidarsi a ditte specializzate che devono essere iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.
Dopo aver affidato l’incarico del trasporto, in caso di macerie per un quantitativo superiore ai 30 chili al giorno è necessario fornire debitamente compilato un formulario di identificazione per consentire la tracciabilità dei rifiuti. A questo punto è possibile procedere allo smaltimento degli inerti in apposite discariche 2A autorizzate dalla Regione, e soltanto quando i residui da cantiere non possono essere riutilizzati o recuperati.
Le imprese di Lecce e di tutta Italia sono incoraggiate ad effettuare uno smaltimento accurato e a massimizzare le possibilità di recupero degli inerti, a partire da una divisione omogenea dei diversi materiali in altrettanti gruppi. In particolare, è cruciale la divisione tra rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi, che non devono essere assolutamente mischiati.
La normativa sul recupero e sullo smaltimento degli inerti di cantiere deriva prima di tutto dalle direttive europee, che vengono recepite dallo Stato e dalle Regioni, a cui viene delegata buona parte della definizione relativa ai regolamenti specifici.
Più nello specifico, la legislazione italiana in materia di rifiuti si rifà al Decreto Ronchi del 1997 (D.L. 5/02/97 abrogato dall'art. 264, c. 1, lett. i del d.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006 che ne ricalca le linee). Il riciclo e lo smaltimento degli inerti si divide in tre diverse categorie: il riciclo primario o riuso (quanto si utilizzano direttamente in cantiere gli scarti di lavorazione), il riciclo secondario (con trattamento meccanico del rifiuto) e il riciclo terziario (con trattamento chimico).
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